giovedì 4 agosto 2011

"La leggerezza del vivere"


La tua vita va a rotoli, seriamente a rotoli. Neanche le cose per cui hai sempre vissuto, come la musica e l'arte, riescono più a darti emozioni.
Tutta la tua attenzione è concentrata sulla fuga che sogni, via, lontano da una Sicilia che non ti ha dato nulla e che ti ha pure tolto il poco che avevi, mese dopo mese, anno dopo anno, indifferente alle tue estenuanti lotte e rivoluzioni. Una Sicilia che non vuole cambiare, né evolversi.
E' lì che la tua strada si incrocia con una persona capace di svegliarti qualcosa. (No, non l'amore, non credevo nell'amore neanche a 15 anni).
Passano quattro anni e mezzo, durante i quali ti trasferisci a Roma, cambi casa e coinquilini più volte, lasci l'università proprio alla fine del corso di studi buttando al cesso anni di studio e sacrifici, mandi in malora il lavoro che tanto amavi, le tue passioni, i tuoi blog e le persone che ti seguivano e apprezzavano, e ti accorgi di come quell'uomo, capace d'emozionarti e capirti, è più l'energia vitale che ti prosciuga, che non la carica che ti dà. Un vampiro, che in quattro anni e mezzo si prende tutto, come una puttana stanca, invidiosa, perennemente insoddisfatta e cieca, senza le palle per divincolarsi da obblighi imposti da famiglia e società, perennemente depresso ed in fuga più di quanto non lo fossi stata tu quando lo incontrasti la prima volta. Ti penti amaramente di aver organizzato quel suo fottuto concerto nella tua città.
I viaggi segreti, gli incontri segreti, le scopate segrete e di gran corsa..... Ma vaffanculo.
Quando dico di essere una dall'animo libero, lo dico con cognizione di causa: lui sa essere libero solo a parole, perché troppo intento a stare al guinzaglio di quello che vuole la sua famiglia e la società.
La società.... Questa parola mi fa venire l'orticaria.
"La leggerezza del vivere", diceva, sì, peccato che lui non sappia neanche lontanamente come raggiungerla.
Chissà che questo inutile 2011 non serva a qualcosa, ad esempio, ad incazzarmi come si deve: non con lui, lui è solo un poveraccio depresso ed impotente, piagnucolone; chissà che non riesca ad incazzarmi con me stessa, per tutto il tempo sprecato.
Non ci siamo definitivamente rotte il cazzo, Delirium?!
Emilia Paranoica (il mio Mac) mi sa che approva.

Voglio tornare ad essere un'atomica in costante esplosione.