mercoledì 26 marzo 2014

Emit Flesti


Il tempo è fugace. Per gli ambigui, il tempo è ambiguo. Per l'eroe il tempo è eroico. Per la puttana il tempo è solo un altro giochetto. Se sei gentile, il tuo tempo è gentile. Se vai di fretta, il tempo vola via. Il tempo è un servo, se tu sei il suo padrone. Il tempo è il tuo dio, se tu sei il suo cane. Noi siamo i creatori del tempo, le vittime del tempo e gli assassini del tempo. Il tempo è senza tempo: sei tu l'orologio, Cassiel.


venerdì 21 marzo 2014

Oh me, oh vita!


In onore della giornata mondiale della poesia, ne ho scelto e ne pubblico una di Whitman.


Oh me, oh vita!

Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d’infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita!

Risposta:

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.


_ Walt Whitman _

venerdì 14 marzo 2014

“DotsToLines“, i tattoo geometrici di Chaim Machlev


Tattoo del XXI secolo, non potevo non dedicare un post!
Come sempre vi invito a cliccare sulle immagini per vederle
nella loro dimensione originale.

giovedì 13 marzo 2014

Il giovane Holden


Non faccio che dire "piacere d'averla conosciuta" a gente che non ho affatto piacere d'aver conosciuto. Ma se volete sopravvivere, bisogna che diciate certe cose.

J. D. Salinger

mercoledì 12 marzo 2014

Lisbon story


Le immagini non sono più quelle di un tempo. Impossibile fidarsi di loro, lo sappiamo tutti, lo sai anche tu. Mentre noi crescevamo le immagini erano narratrici di storie e rivelatrici di cose. Ora sono tutte in vendita, con le loro storie e le loro prose. Sono cambiate sotto i nostri occhi, non sanno più come dimostrare nulla, hanno dimenticato tutto, le immagini vengono svendute al di là del mondo Winter e con grossi sconti!

Quando il nome è identità


Finisco per arrovellarmi per ore su una stessa incertezza, da mesi. In realtà, ha tratti più simili ad un piacevole disquisire di concetti astratti che non di una questione seria e/o necessaria. Io adoro spippettarmi su discorsi lunghi e inconcludenti, è uno dei miei passatempi preferiti, soprattutto quando l'interlocutore mi tiene testa, e sono bravissima ad intrecciarmici e districarmene a mio sfizio.
La questione è, pensando alla mia vita all'estero, se tenere il mio vero nome, o cambiarlo con un nome straniero.
E' ovvio che io sono già proiettata verso il cambiare sia il nome che il cognome, scegliendone di tipici del luogo in cui andrò, l'idea mi esalta.
Ho cercato e letto molti nomi e cognomi esteri. Molti mi piacevano, nessuno mi convinceva.
Forse per la prima volta e seriamente, ho iniziato a chiedermi chi io sia.
L'Appartenenza è una cosa su cui m'interrogo di continuo; l'Identità è un'altra cosa, nuova e, sembra sconcertante doverlo ammettere, da me inesplorata.
Presentarmi fuori col mio nome avrebbe due effetti: etichettarmi, in bene o in male che sia, e darmi un'origine. Le persone, già dal mio nome, saprebbero delle cose di me e della mia storia. Le informazioni che perverrebbero loro dal mio nome e cognome, avrebbero connotazioni ambivalenti, positive e negative. Si mischierebbero a preconcetti e luoghi comuni, ma non so se ciò mi dispiacerebbe.
Chi sono io? Il mio nome direbbe: italiana. Sarei già Qualcosa, di vago, ma avrei un principio.
In realtà, ognuno di noi ha un principio, tutti noi arriviamo da un luogo, da un tempo, e da un intervallo di tempo trascorso.
Negare di avere già un percorso alle spalle, penso, per quanto mi riguarda, che non mi sarebbe di aiuto. Io vado lì proprio perché il mio Percorso mi ha condotta a fare questo passo.
Quando tra i diciotto anni abbandonai il mio vero nome, riservandolo per le formalità, ero una persona del tutto diversa da quella di oggi. All'oggi, sento di avere una storia da raccontare, o comunque dalla quale parto e proseguo, proiettandomi nel domani. Al momento attuale, non sono più Nulla come ero appena maggiorenne, ma sono una parte del Tutto.
Cambiare nome adesso, cancellerebbe una parte di me a cui tengo.
Non sono mai stata siciliana, e non riesco a sentirmi siciliana, e dal mio nome non si evince che io venga dalla Sicilia, è solo successo che io sia cresciuta lì. Detto ciò, mi trovo costretta a precisare che, essendoci cresciuta a contatto, comprendo i siciliani come mai comprenderò nessun altro popolo al mondo, i loro modi di fare, di dire, di pensare mi sono familiari.
Cambiare nome significherebbe mettere sulla mia persona delle caratteristiche, una Storia e un folklore che non mi appartengono, falserei il mio Essere, e tale atteggiamento non mi appartiene a livello comportamentale.
Quanto noi siamo il nostro passato?