mercoledì 19 giugno 2013

Il senso del possesso.

C'è la ragazza con la pistola, c'è la ragazza con la valigia, e poi ci sono io, la ragazza con gli scatoloni.
A chi non mi conosce, sembra che io ci prenda gusto a traslocare di continuo. A chi, invece, mi conosce bene, sa per certo della mia perversione di traslocare ogni due tre.
E' anche da precisare che, non mi limito a traslocare da una casa all'altra, magari spostandomi da un quartiere all'altro di una stessa città, ma trasloco direttamente di città in città, senza pormi tanti problemi.
Tra gli appartamenti che ho visitato in queste settimane, ne ho visto uno che mi è piaciuto da morire. Purtroppo, essendo stato un B&B, non è organizzato per essere adibito ad appartamento (la cucina ed il terrazzo sono ampi e arredati in un modo squisito, perfetti per ospitare amici e organizzare pranzi domenicali come quelli a cui ero abituata quando vivevo a Siracusa) e, mentre il proprietario non sa come riadattarlo e adibirlo ad un nuovo uso personale, io, appena tornata a casa, mi sono tuffata sul mio blocco schizzi, per buttar giù tutte le idee che mi erano venute mentre visitavo l'immobile, ed ecco come si potrebbe trasformare nella casa dei miei sogni: la camera da letto grande (due vani collegati da un'apertura ad arco) sarebbe perfetta per avere zona letto e studiolo nello stesso spazio; le altre tre camere potrebbero essere adibite una a biblioteca (da mettere a disposizione anche a chi cercasse un luogo tranquillo in cui leggere, studiare, preparare esami universitari), una adibita a sala musica e video proiezione (all'interno della quale avere vari strumenti per lo studio e per il diletto, in cui chiunque potrebbe venire anche insieme al proprio maestro per far lezione, o anche solo per esercitarsi), ed una come laboratorio artistico per dipingere, scolpire, lavorare il legno, e fare modellismo (anche questa, a disposizione di chi cercasse un luogo per creare... quanto mi manca la mia stanza laboratorio di Siracusa!); il lungo corridoio sarebbe perfetto per un'esposizione di dipinti e sculture. Il proprietario mi lascerebbe anche fare dei lavori dentro ma, l'intenzione è di trovare una situazione di normale fitto, senza ulteriori oneri, dato che deve solo essere una situazione di passaggio, il tempo che mi organizzi il futuro.
Veniamo ora alle riflessioni su cui la mia mente si contorce da tempo, e che hanno dato vita al titolo del post.
Nel momento in cui ci si prepara per un trasloco, si è costretti a fare i conti con le troppe cose accumulate nel tempo.
Guardando alla nostra epoca consumista, osservo come il comprare, stipare, accumulare sia considerata una pratica usuale, senza mai che ci si fermi a pensare: "E' necessario comprarlo? In quale altro modo potrei procurarmelo?".
Nella nostra mentalità, se desideriamo una cosa, è necessario acquistare quella cosa ed averla in casa, che sia nostra, tutta solo nostra.
E' in questo modo che accumuliamo anche cose che non sarebbe necessario acquistare, se solo avessimo un senso diverso del "possesso" e sapessimo di poter porre fiducia nel rispetto di terzi, verso dei beni che potrebbero essere in condivisione.
Inizio col farvi un esempio pratico: il monolocale in cui vivo attualmente è all'interno di un grande appartamento dove sono presenti altri quattro comodi monolocali, con i quali condivido un ingresso e la lavasciugatrice. Per il resto, ognuno ha la propria cucina, il proprio frigobar, il proprio bagno interno.
Io che sono stata la prima ad entrare in casa, non appena finiti i lavori di ristrutturazione, ho anche potuto arredarla a gusto mio (a spese del padrone, che doveva comunque comprare i mobili) e mi sono creata una casetta squisita, colorata ed accogliente.
Torniamo, però, ai problemi delle poche cose condivise. Gli altri coinquilini dei monolocali, oltre degnarsi raramente di pulire la zona dell'ingresso comune, hanno il vizio di usare con menefreghismo la lavasciuga, come se non fosse interesse anche loro di tenerla in buone condizioni e perfettamente funzionante. A seguito anche dell'atteggiamento di queste persone, io stessa ho cercato di procurarmi una lavatrice da poter usare solo io, da avere all'interno del mio appartamento, in modo da non dovere subire i peli di cane della vicina zoccola (andata via a Dicembre, per fortuna), i pezzi di schifezze staccatesi dalle scarpe da ginnastica di quello che chiamo "La checca isterica" (c'è una cosa chiamata "lavaggio a vuoto" che non farebbe male scoprire), e i cicli di lavaggio che non s'inceppino a causa della brutta abitudine di sovraccaricare la lavatrice.
Poi mi fermo un attimo a riflettere, e penso che non mi serve una lavatrice tutta mia, perché averne una tutti in comune è sufficiente e perché, se ovunque nei condomini e nel mondo si facesse lo stesso (con rispetto nell'utilizzo, ovviamente), avremmo tutti dei vantaggi, sia a livello economico personale (anche le spese di manutenzione verrebbero divise per il numero di utilizzatori), sia a livello ambientale (produrre 10 quando ne basta 1 è un crimine contro il pianeta e contro noi stessi), sia a livello d'ingombro (al posto della lavatrice, ognuno avrebbe uno spazietto in più per un bel vaso di fiori).
Spostiamo questo discorso a libri, CD, DVD. Capisco che ci siano città e paesini poveri di servizi pubblici ma, mi atterrò a quello che offre la città di Roma.
Quando dopo quasi sei anni di vita a Siracusa, dovetti riportare tutte le mie cose a casa a Catania, dai miei genitori, dovemmo fare i conti con libri, CD, collezioni di videocassette di teatro e cinema, e collane cinematografiche in DVD che possedevo in quantitativo smisurato.
Oltre lo spostarli fisicamente, si pose il problema di trovarvi collocazione in quella che era una casa già arredata di tutto punto e contenente i libri, CD e DVD accumulati negli anni in cui avevo vissuto con i miei. Molta della roba traslocata ai tempi, è ancora dentro scatoloni rimasti abbandonati in garage.
Roma. Roma offre un ottimo servizio di biblioteche comunali (libri, CD, DVD) ed è presente la splendida Biblioteca Nazionale. Quando entro in una biblioteca di Roma, penso che "sono fortunata ad avere tutti questi libri", perché in realtà, non sarebbe il possederli a casa che mi renderebbe più ricca, o soddisfatta, quanto il fatto che possa accedere ad una così grande ed infinita collezione.
Quando prendo un libro in prestito, quel libro avrà modo di appartenermi solo se farò mio il suo contenuto. L'acquistarlo, invece, mi farebbe appartenere solo un mucchio di fogli in più e avrebbe svuotato il mio portafoglio senza una reale motivazione.
Immaginate con quale gioia abbia accolto i siti di streaming nella mia vita!, conoscendo adesso la mia visione delle cose.
Lo stesso sistema di condivisione potrebbe spostarsi su molte altre cose, come le bacinelle per il bucato, stendini, portaombrelli, scope palette rastrelli e secchi, aspirapolvere, scaletta. E invece no, ognuno ha i propri e, che in cinque coinquilini sia capitato una volta in due anni e mezzo di fare le pulizie di casa in contemporanea, sembra essere solo un dettaglio da nulla.
Per quel che mi concerne personalmente, io ho da traslocare anche le stoviglie per la cucina: ho tutto di mio, date le pentole da dopo guerra ed i piatti lesionati forniti dai proprietari degli appartamenti; inutile dire che mi sono concessa anche certe comodità come un'alzata a tre piani per la frutta, un porta spezie a cestelli, la macchina per il caffè espresso, un carrellino per portare la spesa, diverse cassettiere di plastica (non avendo mai avuto cassettiere nelle stanze in affitto, e armadi piccolissimi), un ventilatore, uno scaldino elettrico. Diciamo pure che, queste non sono cose da poter avere in condivisione, dato che l'utilizzo tra più persone sarebbe contemporaneo.
Provate a fare un conto rapido di quanto risparmieremmo, e di quanto risparmieremmo al nostro pianeta, se in tutti i condomini fossimo attrezzati a piccoli gruppi (considerando anche il numero di componenti di ogni singola famiglia) in questo splendido modo: la condivisione.
In questa crisi economica mondiale, più che mai faccio sogni di mondi migliori, di popoli migliori, e vorrei che mi si offrisse la possibilità di poter essere migliore anch'io.