giovedì 30 gennaio 2014

Tim Hecker e il rumore bianco


Ascoltavo "Ravedeath, 1972" di Tim Hecker, quando mi sono chiesta quali altri album avesse fatto.
Mi è bastato interrogare Google per trovare un infinito elenco di pagine sull'artista che stavo cercando.
Mentre c'ero, ho sbirciato anche la pagina di Wikipedia, e l'occhio mi è caduto sulle parole "rumore bianco". Dicesi rumore bianco "un particolare tipo di rumore caratterizzato dall'assenza di periodicità nel tempo e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze. È chiamato bianco per analogia con il fatto che una radiazione elettromagnetica di simile spettro all'interno delle banda della luce visibile apparirebbe all'occhio umano come luce bianca. Nella pratica però il rumore bianco non esiste: si tratta di un'idealizzazione teorica, poiché nessun sistema è in grado di generare uno spettro uniforme per tutte le frequenze esteso da zero a infinito, mentre nei casi reali d'interesse il rumore bianco è al più riferibile ad un intervallo di frequenze (rumore bianco a banda finita o limitata). Si presenta così spesso uno spettro con caratteristiche simili al rumore bianco, ma con ampiezza maggiore alle basse frequenze e minore fino ad azzerarsi alle frequenze maggiori".
Ascoltandolo, mi sono passate d'avanti agli occhi tutte quelle cose che possono protrarsi monotone sino all'infinito, senza che lo volessi, in una sequenza di sostantivi.


Ravedeath, 1972 (full album), 2011

Virgins (full album), 2013

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