venerdì 2 settembre 2011

dal mio Ostriche e Ostetrici #5


Acidità siracusane. Che adorabile testa di cavolo che ero. XD


17 Giugno 2007

Un mio collega, in aula, mi vede seduta, braccia conserte e fogli da schizzo davanti, lo sguardo perso nel vuoto. Si avvicina e mi chiede:
"Che fai?",
"Faccio quello che fate tutti.", guardandolo di scorcio,
"Cioè?", affatto incuriosito,
"Aspetto di morire.", scendendo i piedi dalla sedia sulla quale li avevo poggiati e riprendendo a disegnare.
Mi diverte rendermi antipatica a quelle teste di cazzo di universitari di cui, a malincuore, anch'io faccio parte.
La mia non è misantropia: non odio tutti gli esseri umani, solo gran parte di essi.
Ammetto quanto i miei colleghi di facoltà siano dei privilegiati a godere a pieno della mia nausea.
A Catania ci sono molti universitari interessanti. Si vede che i particolarmente idioti siano destinati ad arrivare alla facoltà di architettura di Siracusa, considerando il vasto campionario di cui disponiamo.
[...]
Come faccio ad aprire loro gli occhi e ad istigarli a sfidare loro stessi?
Aprire loro gli occhi?! Dovrei essere io ad aprire loro gli occhi?!? E chi sono, Dio??? (...Cazzo, non sono Dio????? O_o)



Apri gli occhi, un mattino. Ci sei. Ci sei ancora.
In genere, la mattina ti svegli pensando: "Cazzo, esisto ancora. Stamattina mi sono svegliato, ancora una volta..", con una sensazione a metà strada tra delusione e rassegnazione.
E' un dolore che, giorno dopo giorno, ti ritrovi a dover accettare, e ad ogni risveglio quel dolore è immacolato e vergine.
Ci si abitua alla vita, ma non a doverne subire l'inizio ogni sacrosanta mattina.
(14 Marzo 2007 - dal mio Ostriche e Ostetrici)


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