mercoledì 12 marzo 2014

Quando il nome è identità


Finisco per arrovellarmi per ore su una stessa incertezza, da mesi. In realtà, ha tratti più simili ad un piacevole disquisire di concetti astratti che non di una questione seria e/o necessaria. Io adoro spippettarmi su discorsi lunghi e inconcludenti, è uno dei miei passatempi preferiti, soprattutto quando l'interlocutore mi tiene testa, e sono bravissima ad intrecciarmici e districarmene a mio sfizio.
La questione è, pensando alla mia vita all'estero, se tenere il mio vero nome, o cambiarlo con un nome straniero.
E' ovvio che io sono già proiettata verso il cambiare sia il nome che il cognome, scegliendone di tipici del luogo in cui andrò, l'idea mi esalta.
Ho cercato e letto molti nomi e cognomi esteri. Molti mi piacevano, nessuno mi convinceva.
Forse per la prima volta e seriamente, ho iniziato a chiedermi chi io sia.
L'Appartenenza è una cosa su cui m'interrogo di continuo; l'Identità è un'altra cosa, nuova e, sembra sconcertante doverlo ammettere, da me inesplorata.
Presentarmi fuori col mio nome avrebbe due effetti: etichettarmi, in bene o in male che sia, e darmi un'origine. Le persone, già dal mio nome, saprebbero delle cose di me e della mia storia. Le informazioni che perverrebbero loro dal mio nome e cognome, avrebbero connotazioni ambivalenti, positive e negative. Si mischierebbero a preconcetti e luoghi comuni, ma non so se ciò mi dispiacerebbe.
Chi sono io? Il mio nome direbbe: italiana. Sarei già Qualcosa, di vago, ma avrei un principio.
In realtà, ognuno di noi ha un principio, tutti noi arriviamo da un luogo, da un tempo, e da un intervallo di tempo trascorso.
Negare di avere già un percorso alle spalle, penso, per quanto mi riguarda, che non mi sarebbe di aiuto. Io vado lì proprio perché il mio Percorso mi ha condotta a fare questo passo.
Quando tra i diciotto anni abbandonai il mio vero nome, riservandolo per le formalità, ero una persona del tutto diversa da quella di oggi. All'oggi, sento di avere una storia da raccontare, o comunque dalla quale parto e proseguo, proiettandomi nel domani. Al momento attuale, non sono più Nulla come ero appena maggiorenne, ma sono una parte del Tutto.
Cambiare nome adesso, cancellerebbe una parte di me a cui tengo.
Non sono mai stata siciliana, e non riesco a sentirmi siciliana, e dal mio nome non si evince che io venga dalla Sicilia, è solo successo che io sia cresciuta lì. Detto ciò, mi trovo costretta a precisare che, essendoci cresciuta a contatto, comprendo i siciliani come mai comprenderò nessun altro popolo al mondo, i loro modi di fare, di dire, di pensare mi sono familiari.
Cambiare nome significherebbe mettere sulla mia persona delle caratteristiche, una Storia e un folklore che non mi appartengono, falserei il mio Essere, e tale atteggiamento non mi appartiene a livello comportamentale.
Quanto noi siamo il nostro passato?

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